Costruiamo la centralità della Sardegna nel Mediterraneo.
Gli storici raccontano che il nucleo originario della città di Cagliari (Kyrl) fu fondato dai Fenici, in un’area nei
pressi della laguna di Santa Gilla. Partiti probabilmente dall’antico porto di Byblos, nell’attuale Libano, a
nord di Beirut, i Fenici, conosciuti per i loro traffici commerciali, e non per la loro forza militare, hanno
contribuito a costruire la cultura Mediterranea con il loro attivismo commerciale, di cui abbiamo ancora
tracce in tutto il bacino. Tra le altre cose, i Fenici aiutarono i Sardi a conoscere una nuova forma di
organizzazione della comunità, la città, a sfruttare i giacimenti minerari, a conoscere il ferro e l’oro.
Oggi la Sardegna metaforicamente restituisce quanto ricevuto dai Fenici.
L’applicazione di tecnologie innovative (3D, realtà aumentata) contribuirà ad una migliore fruizione del sito
archeologico di Byblos, patrimonio UNESCO dell’umanità.
La formazione attraverso i simulatori di guida consentiranno il miglioramento delle prestazioni lavorative,
soprattutto in termini di sicurezza, degli operatori della logistica e dei trasporti del porto di Beirut.
Entrambi i progetti, realizzati in Libano dalla Camera di Commercio di Beirut, sono finanziati dal programma
europeo ENI CBC MED, gestito dalla Regione Sardegna su incarico della Commissione Europea.
Queste sono ulteriori testimonianze della presenza della Sardegna in numerose località del Mediterraneo e
delle potenzialità di sviluppo per l’Isola connesse a tale presenza.
Malgrado la grave crisi economica e sociale che da anni attanaglia questo paese, il Libano svolge tuttora un
ruolo strategico in Medio-Oriente. Infatti, come riferisce Rabih Sabra, direttore generale della Camera di
Commercio di Beirut, l’instabilità politica ed economica (la valuta locale si è svalutata del 98% verso il
dollaro negli ultimi 3 anni; l’inflazione supera il 200%) non impedisce al Libano, per la vicinanza geografica e
culturale, di essere la principale piattaforma per la ricostruzione postbellica della Siria.
Nonostante le sue tante contraddizioni, racconta Osvaldo Garcia del Vicariato Latino di Beirut, il Libano, è
oggi un enorme laboratorio per la cooperazione internazionale, con la presenza di centinaia di ONG
impegnate nel supporto agli oltre 2 milioni di rifugiati siriani e palestinesi, oltre che alle consistenti sacche
di povertà delle aree rurali e della classe media libanese annientata dalla crisi.
Per cogliere queste opportunità, occorre che noi sardi condividiamo una visione della Sardegna centrale nel
Mediterraneo, e non solo per la posizione geografica. A tale scopo, dobbiamo dotarci dei mezzi che
rafforzino le tante esperienze sarde già presenti nella cooperazione euromediterranea. Senz’altro
aiuterebbe una delega politica per il Mediterraneo, nell’ambito del prossimo governo regionale che, dal
2024, avrà la responsabilità di guidare la Sardegna verso un futuro diverso dalla situazione stagnante degli
ultimi anni. E poi occorrerà creare un’organizzazione (sul modello di quanto già gli spagnoli hanno fatto)
che raccolga le forze dei settori pubblico, privato e del terzo settore e le coordini e valorizzi per realizzare
con convinzione i processi di sviluppo nel Mediterraneo.
Emanuele Cabras