Ottana, 31 gennaio 2015.
“Non siamo campioni, ma ci stiamo allenando seriamente per giocare al meglio la partita del digitale”. Nicola Pirina, Obelix per gli amici, l’evangelizzatore digitale fido scudiero del Digital Champion nazionale Riccardo Luna, ti accoglie con un sorriso aperto ed un abbraccio che toglie il fiato. “Dobbiamo fare molta palestra, serve allenamento e motivazione ma soprattutto serve aprire le porte che sino ad ora sono rimaste chiuse, per far circolare informazioni, farle diventare idee, esperienze e conoscenze”.
Aria nuova, quindi, ad Ottana dove gli 8 Digital Champions sardi, nominati alla presenza del premier Renzi il 20 novembre scorso, sono già ufficialmente diventati 54 e quasi altrettanti sono lì pronti a indossare la casacca e scendere in campo. “In due mesi contiamo di essere 377″ dice Nicola con negli occhi l’entusiasmo di chi ha una visione ben precisa del futuro, “pronti a partire per una straordinaria rivoluzione pacifica che questo esercito di volontari sogna di portare capillarmente in ognuno degli oltre 8.000 Comuni Italiani”.
Dal centro della Sardegna, dalla zona forse più problematica da sviluppare, sono stati impiantati i semi di una rivoluzione che viene dal basso, con l’ambizione di provare metaforicamente ad aggiornare i vecchi Sistemi Operativi Regionali e Comunali installando i “software” Digital Champion (DC), più interconnessi, più open-minded, più aperti, dialoganti e condivisi.
E’ da Ottana che partono onde anomale, quelle che anche all’interno di rivoluzioni digitali apparentemente fredde e hardware-oriented, invece rimettono al centro l’uomo.
Ecco dunque nuove reti neurali biologiche, targate DC, reattive e sensibili per sfruttare il pieno potenziale di networks deboli, carenti e, anche dove presenti e forti, sinora sottoutilizzate.
L’associazione Digital Champions, senza staff, senza budget e senza retribuzione, comincia quindi, attraverso il lavoro di volontari, un nuovo e vero re-engineering che usa le menti dei DC non solo come super esperti o un super tecnici informatici, ma anche e soprattutto come sensori intelligenti che catturano, elaborano e rimandano segnali, codificandoli dentro database aperti fatti di competenze ed esperienze che possano aggiungere valore alle conoscenze collettive.
Spazio perciò ai DC Sardi, 377 piccoli motori di ricerca specialistici, attivi (e non solo passivi) al servizio dei territori, per attivare una rete evoluta di problem solvers nella quale si assommano competenze e attraverso la quale si cerca di restituire soluzioni o scenari possibili. Non tuttologi, ma facilitatori ricchi di hyperlinks che si pongono al servizio dei territori e che lavorando in un gruppo con competenze trasversali, operano in modalità “open” perché credono nella condivisione del sapere.
Ad Ottana c’erano almeno due generazioni a confronto: nativi digitali e non, che si confrontavano a viso aperto con obiettivi comuni. C’era anche molta Sardegna2050; oltre a Nicola e me, sono DC Raffaella Sanna , Paolo Boì, Francesco Congiu, Alessandra Patti, Robertina Lepori, Simone Salis, Manuel Floris, Rinaldo Bonazzo e Vito Prisciano. Visto il nostro lavoro sui temi della European Code Week e del progetto A Scuola di Open Coesione (Asoc), le future collaborazioni promettono di essere davvero molto interessanti.
Se son rose, fioriranno.
Sarà un piacere giocare insieme ai campioni.
Adiosu
lucio