Charles Darwin potrebbe esserne sconvolto. C’è un processo evolutivo inverso che non aveva affatto previsto. E’ la progressiva affermazione di una nuova specie di scimmia antropomorfa battezzata provvisoriamente Homo Bugiardissimus che appare e scompare misteriosamente in prossimità delle consultazioni elettorali.
Negli studi che vengono sviluppati per capire l’origine di questa nuova categoria di primati in giacca e cravatta, salta all’occhio come abbiano oramai abbandonato le città, ignorino le campagne, ma si adattino magnificamente a vivere all’interno di uno studio televisivo.
E’ anche apparso dalle analisi sociologiche e semiologiche come anche i processi di comunicazione rivolti all’elettore – colui che obtorto collo è il datore di lavoro di questi aspiranti quadrumani di ritorno – abbiano ricevuto una geniale semplificazione logica, tornando a ispirarsi a schemi primordiali del tipo:
1. tu hai un forte ed evidente disagio;
2. io ti sono tanto vicino in questo grave disagio;
3. io per fortuna non c’entro e uso qualche numero, ancorché, addomesticato per dimostrarlo;
4. il colpevole di questo disagio è il mio avversario politico;
5. ergo, io ero, sono e sarò la brillante e definitiva soluzione del tuo disagio.
Di una semplicità disarmante.
Ed ecco quindi le agognate Elezioni Europee, meglio note all’interno dei branchi di questi (sedicenti) astutissimi vertebrati come “Concorsi riservati per l’assegnazione di stipendi principeschi, in nessun caso ottenibili attraverso percorsi meritocratici o di sviluppo di una propria professionalità”.
L’Homo Bugiardissimus sottospecie Furbacchionis Paraculensis adotta un vocabolario tutto nuovo che lascia esterrefatti noi umani e che, con l’aiuto di sempre nuovi e scafatissimi copywriter, riesce a rinfrescare con pennellate di nuovismo anche le figure retoriche più becere e stantie.
“Decisive” è, ad esempio, uno dei mantra considerati più efficaci, specie se associato ad improcrastinabili aspettative di cambiamento: ecco perciò che le prossime elezioni diventano “decisive per il futuro dell’Europa”. Un Europa dove noi, finalmente, ex-negletti e dimenticati anonimi abitanti di lande periferiche, diventeremo finalmente protagonisti (un ruolo che aspettavamo con ansia da parecchio) e, con buona pace dei disfattisti, “cambieremo infine l’Europa”.
Non va dimenticato come questa nuova specie, abbia scelto per amico e fedele scudiero una sub-variante di docilissima scimmia antropomorfa: l’Homo Giornalisticus Domesticus (da non confondere con l’Homo Giornalisticus Travagliensis) al quale fornisce regolarmente veline e comunicati stampa, di cui questa variante pare sia particolarmente ghiotta.
Tuttavia, le ricerche più interessanti sulla complessa natura dell’Homo Bugiardissimus si stanno concentrando sull’incredibile sdoppiamento della personalità con il quale l’ominide riesce a convivere senza apparente fatica.
Incredibile stupore hanno destato infatti nella comunità scientifica le modalità con le quali i politici – in veste di candidati – raccontano la politica di cui sono stati e sono attori.
La politica cattiva alberga sempre in casa d’altri. E appare sempre come una “matrigna ingenerosa”, una “cattiva maestra”, persino una “madre snaturata”.
La politica degli altri è infida, cinica e bara: “non è stata capace di reagire”, “non ha compreso”, “non ha interpretato”.
La politica degli altri, ci raccontano, è un astruso e semi-invincibile mostro che si nutre di burocrazia e che nessuna spending review riesce ad ammansire. Una mitologica Chimera, che si è aggirata per anni intorno a noi, che loro hanno combattuto con tutte le loro forze, ma purtroppo senza successo.
Insomma, fare politica – sostengono – è un lavoro durissimo e ingrato, ma qualcuno dovrà pur sporcarsi le mani e farlo.
Conclusione logica: siamo qua per questo, dateci ancora la vostra fiducia e vi daremo prosperità e futuro.
Da non crederci – concludono i ricercatori – il tanto vituperato Homo Bugiardissimus, in barba all’ostracismo di tanti intellettuali complottisti e nulla facenti, checchè ne pensiate, pare stia lavorando per noi.
Chissà se Darwin, invece, con riferimento alla mitologia della Chimera, pensando alla politica dei giorni nostri non sarebbe corso col pensiero soprattutto alla testa di capra….
Noi però domani abbiamo le elezioni, quindi accettiamo il consiglio di Montanelli/Salvemini: turiamoci il naso e andiamo a votare scegliendo il meno peggio.
Adiosu
Lucio