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L’apocalisse sociale e l’esperimento di Universe 25

La miseria fisica fornisce l’incentivo a cambiare le cose

 proprio in circostanze in cui il margine per nuovi esperimenti è assai ridotto. 

La prosperità materiale elimina l’incentivo

 proprio quando si potrebbe tentare il nuovo senza troppi rischi.

J.M. Keynes

 

L’apocalisse sociale e l’esperimento di Universe 25

Se si crea sovraffollamento in un ambiente in cui la comunità è tenuta al riparo da avversità e si vede garantita abbondanza di risorse, una società può collassare?

Si chiamò Universe 25, lui era etologo, il periodo andò dal 1958 al 1972.

Si chiamava dottor. Calhoun. Studiava allora ratti grigi e topi.

Coniò il termine fogna del comportamento, scrisse un articolo, dal titolo Densità di popolazione e patologia sociale, per illustrare i risultati di un esperimento.

I suoi studi divennero un punto di riferimento per la sociologia urbana e la psicologia. Ecco uno dei passaggi salienti:

Molti esemplari femmine non erano in grado di portare avanti una gravidanza sino al termine, o di sopravvivere al parto se fossero giunte alla fine. Un numero anche maggiore, dopo essere riuscite a partorire, vennero meno alle proprie funzioni materne. Tra i soggetti maschi, le distorsioni comportamentali variarono dal cannibalismo all’iperattività frenetica, all’emergere di un isolamento patologico, a causa del quale gli individui isolati uscivano per mangiare, dormire e muoversi solo quando tutti gli altri membri della comunità stavano dormendo. Anche l’organizzazione sociale degli animali ha mostrato uguale disgregazione. L’abbiamo chiamato fogna del comportamento. Gli animali si affollavano insieme in grande numero in uno dei quattro nidi di interconnessione sui quali era mantenuta la colonia. La mortalità infantile raggiunge quote del 96% tra i gruppi più disturbati della popolazione.

Malthus affermava che i limiti assoluti alla crescita della popolazione fossero la miseria e il vizio.

Calhoun si chiese quali fossero invece gli effetti del comportamento sociale sulla crescita della popolazione e gli effetti della densità di popolazione sul comportamento.

Creò ciò che un altro psicologo descrisse come il paradiso per ratti.

Universe25 raggiunse il massimo di 2200 unità di popolazione. Subito dopo iniziò a esibire anomalie comportamentali talmente gravi da causare la totale distruzione dell’habitat e della popolazione.

Il mangiare, il bere e tutte le altre attività biologiche divennero attività sociali, nelle quali la soddisfazione principale derivava dall’interazione con gli altri ratti. Nel caso dell’alimentazione, questa frenesia nell’interazione portava i ratti a non alimentarsi adeguatamente. Questa intimità tuttavia arrivò anche a distruggere tutti i rapporti sociali vitali per la sopravvivenza della colonia, come i riti di accoppiamento, la costruzione di nidi e l’allevamento e la cura dei giovani.

L’ambiente veniva pulito, la temperatura era tenuta costantemente intorno ai 20 °C e persino il rischio di malattie genetiche era stato drasticamente ridotto.

L’assenza di questi ruoli sociali fece emergere comportamenti distruttivi e antisociali in tutta la colonia, dato che i normali rapporti sociali erano crollati e con essi la capacità dei topi di formare legami sociali.

La società dei topi collassò.

Una morte sociale che precedette la morte fisica.

Per Calhoun non c’erano dubbi: non importa quanto sofisticato l’uomo crede di essere, una volta che il numero di individui in grado di ricoprire un ruolo supera largamente il numero di ruoli disponibili, l’inevitabile conseguenza è la distruzione dell’organizzazione sociale.

Il periodo in cui Calhoun condusse i suoi esperimenti era segnato da una concreta paura per il sovrappopolamento. La società era già profondamente segnata da sanguinose guerre. In quegli anni iniziò a emergere anche la paura della folla.

Da tanto l’uomo si chiede fino a quanto potremo crescere come numero di abitanti sulla Terra. Nel Settecento erano 700 milioni. Oggi 8 miliardi.

Non sono dunque le risorse limitate il pericolo maggiore per una società, ma le dinamiche sociali.

Universe25 richiama, per certi aspetti, il mondo in cui stiamo vivendo.

La lotta per un posto nella società. L’illusione delle risorse illimitate. Isolamento.

Si isolano, abbandonano le interazioni sociali per difesa e per necessità.

Le nazioni con più risorse e più avanzate tecnologicamente sono anche quelle con il più alto tasso di suicidi.

Il continente con il Pil pro capite più basso è quello con il tasso di suicidi più basso.

Abbiamo nel nostro Dna il gene della prima morte, quella sociale?

Ne siamo attratti? La cerchiamo inconsciamente?

Spesso la raggiungiamo, quasi sempre senza accorgercene.

Ma veramente qualcuno può pensare che non ci siano altre vie? Altre vite?

Memento gente #universe25 è dietro l’angolo ancora oggi.

E non mi voglio sentire un topo dentro un esperimento.

 

As usual, ready to debate.

Un sorriso, Nicola

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