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Per la Pace

Per la Pace

Barack Obama ha pubblicamente chiesto di non ignorare le complessità della guerra.

Contemporaneamente ha sottolineato che siamo tutti complici.

Se vuoi risolvere il problema, devi affrontare tutta la verità. E devi ammettere che le mani di nessuno sono pulite.

L’ex presidente ha sottolineato l’importanza di riconoscere molteplici verità apparentemente contraddittorie ma ha altresì dichiarato che è impossibile rimanere impassibili di fronte a questo massacro.

Tutto questo avviene sullo sfondo di decenni di fallimenti nel raggiungere una pace duratura.

Mai nessuno, che ha reale voce in capitolo nelle governance internazionali, ha avuto la forza di dire e sostenere una cosa semplice. Chiara e ferma.

Condanna al terrorismo. Di qualunque forma, in qualunque luogo.

Ciascuno padrone a casa sua e buoni rapporti di vicinato.

Pace tra i Popoli.

Ma che forza dobbiamo avere perché si possa lanciare e sostenere un appello per la Pace?

Per troppi decenni, il conflitto tra Israele e la Palestina ha sconvolto il cuore di quei territori e delle persone che hanno scelto (?) di viverlo. Lasciando in eredità una storia di dolore e sofferenza per entrambi i popoli. L’escalation di tensioni, l’uso della forza e il perpetuarsi della violenza hanno creato un ciclo senza fine di distruzione e disperazione.

È innegabile che Hamas e Hezbollah siano organizzazioni terroristiche, il cui modus operandi ha causato sofferenze indicibili. Tuttavia, è altrettanto vero che il popolo palestinese merita dignità e autonomia, esattamente come il popolo israeliano. Non possiamo permettere che una popolazione viva nel caos e nella disperazione per settant’anni. È essenziale che entrambe le parti si impegnino a trovare un terreno comune, dove la pace possa finalmente fiorire.

L’oppressione e il controllo esercitati su Gaza e la Cisgiordania, che includono restrizioni, tra le altre, su risorse essenziali come acqua, elettricità, internet, farmaci e la costruzione di barriere fisiche ed emotive, hanno creato un clima di disperazione e impotenza.

Il popolo palestinese deve godere dei diritti fondamentali che spettano a ogni essere umano.

Una soluzione duratura richiede dialogo ed il riconoscimento reciproco delle sofferenze e delle aspirazioni di entrambi i popoli. È imperativo che Israele e la Palestina intraprendano sforzi concreti per costruire fiducia e promuovere la comprensione reciproca. Solo attraverso la costruzione di ponti anziché muri, possiamo iniziare a costruire un futuro basato sulla fiducia, sulla tolleranza e sul rispetto reciproco.

La guerra, con le sue terribili conseguenze umane e materiali, non può essere la risposta a questo conflitto che ha causato solo dolore e sofferenza.

Dobbiamo rifiutare categoricamente qualsiasi forma di violenza e adottare vie negoziazione che siano inclusive e rispettose delle aspirazioni di entrambi i popoli.

Dobbiamo riaffermare la nostra fede nell’umanità e nella possibilità di convivenza pacifica tra diverse culture e popoli.

Dobbiamo porre fine al ciclo di violenza ed iniziare un nuovo capitolo basato sulla comprensione, la tolleranza e la coesistenza pacifica.

La pace non è solo un’aspirazione, ma una necessità urgente.

Solo attraverso impegno collettivo e determinazione incrollabile possiamo costruire un futuro migliore per tutti. La pace non è un lusso, ma un imperativo morale e umanitario che deve essere perseguito con tutto il nostro impegno e la nostra determinazione.

Coesistenza pacifica e rispetto reciproco come norma e non eccezione.

La Pace non può aspettare più a lungo.

Servono, come sempre Fede, Speranza e Carità.

Noi ci siamo.

Un sorriso, Nicola

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