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Punti di vista metropolitani.

Come e perchè anche in questo caso il problema è altrove.

Riflettevo sulle aree metropolitane: il fatto che l’80% dei grandi problemi del mondo (inquinamento, rifiuti, consumo acqua ed energia, assistenza per la terza età ed i diversamente abili, etc) si concentra nelle megalopoli e nelle grosse aree metropolitane che si candidano ad esserlo, è cosa nota.
Così come è chiaro che gli sforzi delle intelligenze mondiali è concentrato a provare a risolvere quell’ordine di problemi perchè, si sostiene, se si risolve quella concentrazione di problemi, si risolvono grandi gap per la sostenibilità e per lo sviluppo mondiali.

E fin qui è chiaro e forse anche giusto come ragionamento, posto che ci troviamo davanti a dei dati di fatto ineliminabili.

Altro tema è il fatto che in tutto il mondo si creano e si intensificano i ragionamenti sulle aree metropolitane, viste come un’urgenza perchè, siccome il mondo va in quella direzione, anche noi dobbiamo attrezzarci, sia in Italia che in Sardegna.
Non fa eccezione la bagarre scatenata sull’area metropolitana di Cagliari con tutte le conseguenti risse di chi, a torto o a ragione, si è sentito figlio di un dio minore.

Ma siamo sicuri che sia e debba essere così?
Ma siamo certi che come sempre si debba pensare al contenitore prima che al contenuto?
Ma siamo sicuri e certi che sia una strada ineludibile?

Ma nell’era dell’economia della conoscenza, negli anni in cui si spinge perchè a botte di processi d’innovazione si possa rivitalizzare l’economia e la società, siamo davvero certi che sia questa la strada e questo l’unico modo di percorrerla?
Peraltro, stesso dicasi per le imminenti elezioni amministrative, inclusa Cagliari, dove come sempre si parla di alleanze, quote, movimenti di partiti e così via, ma ancora un ragionamento di senso sul futuro della città e della sua popolazione non s’è ancora fatto.

Ecco, è questo il tema. Appartengo ad una generazione che è abituata ad alzare l’asticella, il resto è noia.
Appartengo a quella scuola – non accademica – dell’innovazione che ha fatto dottrina perchè ha compreso che serve volare altro e parlare d’altro.
Se non altro per essere ascoltati da qualcuno, ma scusate la digressione, torno alla domanda principale:
con riferimento alla città metropolitane, quale e dove è la discussione sulle funzioni cittadine e metropolitane?
Qual è la visione strategica per cui è indispensabile farla?
Solo perchè arrivano i finanziamenti?
Solo perchè a livello nazionale dicono che sia così?
Solo perchè nel resto del mondo accade lo stesso?
Se si, ma stiamo scherzando?

In Sardegna (e per la verità anche in Italia) siamo cinture nere 9° dan in costruzione delle cattedrali nel deserto, siamo campioni del mondo nell’architettura del nulla.
Ecco, per le aree metropolitane quel che vorrei sono le risposte sul tema dei temi:
– è indispensabile?
– qual è il ragionamento per l’osmosi tra centri urbani ed aree rurali circostanti?
– quando si faranno le mosse per l’intera regione e non per la massificazione dei problemi?
– quale e quanta intelligenza è già stata pensata come applicabile all’area metropolitana? a favore di chi? con quale finalità?
– quale il ruolo delle imprese in tutto questo? quale quello dell’ecosistema dell’innovazione che tutti sbandierano ma poi nessuno usa o ascolta?
– quali le differenze tra aree metropolitane per non creare doppioni e quali sinergie?
– quali le lezioni apprese dal passato per non ripetere gli stessi errori?

E così via.
Quì o si alza l’asticella e si decide di parlare di cose vere ed utili e si decide di volare alto verso orizzonti plausibili, utili e sostenibili o per piacere, lasciate stare.
Avete già fatto fin troppi danni.
Buon Marzo

Vostro affezionato Obelix.
Asibìri

P.s. : … posto che in Sardegna c’è tanta intelligenza e che lo sport regionale è oramai l’esportazione di neuroni, per piacere, usatela questa intelligenza e non correte a comprare i sedicenti superconsulenti non Sardi, please.

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